Se vogliamo creare un ambiente migliore per noi e per i giovani che verranno dopo, è importante capire come ci siamo sentiti durante il primo lockdown. Il momento di immaginare, plasmare e agire per creare il futuro del nostro paese è adesso.
Un po’ di anni fa ho dovuto fare una scelta tra Torino e San Francisco. Quale sarebbe stata la MIA città e quale invece quella che avrei visitato con regolarità? San Francisco mi offriva moltissime opportunità lavorative e occasioni di incontri interessanti. Però Torino era la MIA città a abbandonarla sarebbe stata una fuga e una sconfitta.
In questo momento più che mai la vera sfida non è andarsene, ma rimanere qui e cercare di far funzionare meglio le cose. Il virus ci ha fatto toccare il fondo e solo lavorando tutti insieme potremo venirne fuori con una nuova realtà migliore di quella di prima.
Abbiamo avuto molti tempi morti e molto tempo per pensare durante la quarantena. Adesso invece è il momento di agire.
Innanzitutto aiutando gli altri, quelli che sono rimasti indietro, hanno perso il lavoro, il reddito o gli affetti.
Si può fare in molti modi. Partendo dal basso ognuno di noi può aiutare le persone che ha intorno e che si trovano in grande difficoltà. Su larga scala, è fondamentale non sprecare e utilizzare al meglio le risorse che l’Europa ci sta gentilmente elargendo. Snellire i sistemi, rendere le procedure più veloci e più trasparenti, se non lo facciamo in un momento di emergenza come questo non lo faremo mai più.
Il mondo deve fare una scelta. Vuole proseguire sulla strada della divisione o prendere quella della solidarietà globale? Se sceglierà la divisione, non solo prolungherà la crisi ma probabilmente provocherà catastrofi ancora peggiori in futuro. Se sceglierà la solidarietà globale, la sua sarà una vittoria non solo sul coronavirus, ma anche su tutte le epidemie future e sulle crisi che potrebbero scoppiare in questo secolo.
Mi rivolgo a tutti i cittadini del mondo democratico, che hanno la possibilità con il loro voto di contribuire alla direzione che il mondo prenderà nel prossimo futuro. Pensate bene prima di votare.
Facciamo cadere al coronavirus la sua minacciosa corona e rimbocchiamoci le maniche tutti insieme. Approfittiamo delle nuove abitudini che siamo stati costretti ad adottare, tipo lo smart working. Non dico che tutte le abitudini forzatamente prese durante la pandemia vadano mantenute. Io non vedo l’ora di poter finalmente riabbracciare le persone e reinstaurare i rapporti umani come li intendevamo prima della pandemia, nonostante Internet li avesse per certi versi già alterati. Però lo smart working in molti casi ha dato prova di funzionare molto bene e i risparmi, in termini economici e ambientali, possono essere molto importanti. E allora facciamo una distinzione tra le abitudini positive e quelle negative e cerchiamo di portarci dietro tutto ciò di buono che abbiamo imparato.
L’Italia ha delle risorse culturali e naturali incredibili e siamo tra i paesi al mondo con il più alto risparmio privato. Bene, allora facciamo leva su quello che abbiamo per valorizzarlo e farlo rendere al massimo. E’ qui che i giovani devono trovare le risorse per ripartire.
Dobbiamo smettere di criticare il nostro paese e impegnarci tutti per farlo funzionare meglio collaborando, ove necessario, con il resto del mondo. Abbiamo molto da offrire: gestiamolo al meglio.
Carla Melchior vive tra San Francisco e Torino, dove è fondatrice e titolare dello studio Melchior che cura traduzioni e servizi in tutte le lingue fra Europa, America e Australia.