“La mia ossessione era vivere, vivere a modo mio, vivere come mi piaceva, vivere con queste grandi piccole gioie”
Tiziano Terzani
Vivo da molti anni in un tempo senza tempo, immersa in una sorta di liquido amniotico rassicurante e fuori dai rumori del mondo. Sono fortunata a vivere in un comprensorio che conta un abitante per chilometro quadrato e gli unici assembramenti sporadici sono costituiti da gruppi di renne che vagano sulle montagne in cerca di refrigerio.
Spesso faccio fatica a ricordare in che giorno della settimana mi trovo e programmo le mie giornate e il mio lavoro seguendo il ritmo delle stagioni. Il freddo è la costante di questo territorio – duecentosessantacinque giorni di neve all’ anno e temperature diurne e notturne sempre sottozero. L’arrivo del disgelo è annunciato dai primi uccelli migratori come le gru, che scelgono queste zone per nidificare, e dalla migrazione delle renne verso i pascoli estivi per dare alla luce i piccoli. Il ritiro dei ghiacci è anche il segnale per liberarsi dai vestiti pesanti senza l’intralcio di indumenti spesso superflui per camminare tra l’erba alta in estate durante il Sole di mezzanotte.
Mi trovo nella Lapponia svedese a Tänndalen – Teanndaelie, nella lingua dei Sami del Sud nella Svezia settentrionale a quindici chilometri dal confine norvegese. Si tratta di una piccola frazione di casette di legno circondate da Riserve Naturali e abitata da due comunità dei Sami che si dedicano all’allevamento delle renne. Qui anni fa ho aperto un’attività turistica locale sulla scia di quello che avevo imparato nel corso degli anni lavorando con operatori turistici stranieri. Complice di questa avventura il mio husky siberiano, dal quale ho imparato l’amore per la libertà senza riserve e di cui non avevo bene afferrato l’importanza ed il significato finché non ho lasciato la città. Così attraverso questa agenzia mi propongo a coloro che vogliono vivere un’esperienza diversa dalle altre e fuori dalle mete turistiche sperimentando la slitta trainata dai cani, lo sci di fondo, la motoslitta e conoscendo più da vicino a cultura delle popolazioni indigene dei Sami. Anche l’estate è un momento privilegiato: attraverso splendide passeggiate si può scoprire una tundra artica inedita fatti di silenzi, animali selvatici e colori meravigliosi.
Isolamento e distanziamento sociale rientrano nella vita normale di tutti i giorni, un po’ per collocazione geografica ed un po’ perché sono attitudini che si possono applicare alla cultura scandinava. C’è un modo di dire in Svezia che recita “ Lagom är bäst”- ovvero la giusta quantità e la migliore. Equilibro, moderazione, essenzialità si applicano nella vita di tutti i giorni- Qui il saluto è sobrio si mantiene un aplomb cordiale ma distaccato. Molti nuclei famigliari sono composti da una persona. Il senso civico è spiccato ma quando ciascuno chiude la porta di casa è difficile poi entrarci se non fai parte delle loro amicizie.
L’ impatto con l’emergenza Covid19 nel lavoro è stato immediato, improvviso e disarmante. Voli cancellati, aeroporti chiusi ed anche la vicina Norvegia ha chiuso i confini lasciandoci con un palmo di naso, noi che essendo paese di confine viviamo anche grazie ai norvegesi che vengono a comprare ed a passare le vacanze dalle nostre parti. In pochi giorni il covid19 ha mandato all’ aria anni di lavoro e prenotazioni e con la frustrazione di non sapere da dove ricominciare e soprattutto come. Adesso con la ripresa dei voli internazionali le speranze si sono riaccese.
Il governo svedese non ha seguito le regole del lockdown come il resto d’Europa.
Nelle zone in cui vivo gli abitanti hanno sempre avuto fiducia nelle direttive del Folkhälsomyndigheten (Autorità della salute pubblica) come fatto inconfutabile e indiscutibile. Le linee guida sono quelle strettamente necessarie: se sei malato stai a casa, mantieni le distanze e lavati le mani. Secondo il responsabile della crisi dell’OMS Michael J Ryan, in una conferenza stampa di qualche giorno fa il modo di agire della Svezia durante la pandemia da covid19 potrebbe essere un modello per il futuro. In realtà penso che questo approccio della Svezia per contrastare il virus possa essere applicato solo alla Svezia sia per storia culturale che per territorio. Quella che per gli italiani è stata un’imposizione per gli svedesi si è tramutata in un suggerimento, consiglio da parte del governo su come i suoi cittadini avrebbero dovuto comportarsi, chiamando in causa la fiducia nei confronti dell’Autorità ed il buon senso del singolo cittadino.
Il lockdown identificato con la perdita delle comodità, con limitazioni materiali ha fatto sicuramente riflettere. Tuttavia, credo che come tutti i grandi traumi della storia ci potrebbe essere la tendenza a rimuovere subito tutto ed in fretta come una sorta di riflesso incondizionato.
Auspicabile sarebbe invece trarre da questa Pandemia degli insegnamenti e attuare un cambio di direzione – a livello globale non finanziare più chi inquina, chi genera malaffare, chi specula sulla salute altrui e a livello individuale e sociale rispetto e considerazione per i nostri anziani, rispetto dell’ambiente, responsabilità individuale. Anzi, su quest’ultimo aspetto “il modello svedese “su come gestire il covid19 si è basato su un atteggiamento che non ha delegato il governo a fare la sua parte ma principalmente è stato chiamato in causa il cittadino. Solo un comportamento individuale responsabile avrebbe salvato il salvabile. La politica è rimasta fuori,
Ora, tutto questo per dire che non è certo necessario arrivare al Polo Nord e fare una vita da asceta per essere felici anche perché’ si acquistano moltissime cose ma se ne perdono altre. Quello che mi sentirei di suggerire – è di seguire l’istinto – un po’ come gli animali quando annusano l’ aria curiosi di sapere da dove quell’ inaspettato profumo arrivi e fare le cose che fanno stare bene – nel mio caso ho dato la priorità agli animali e alla natura, lavorando proprio all’interno di un contesto molto particolare come può esserlo il freddo polare, la natura artica etc. . Importante è anche riuscire a raggiungere un equilibrio interiore – il cosiddetto “bastare a sé stessi” – lavorare per costruire una stabilità emotiva ed economica che ti permetta di reggere agli urti della vita e nello stesso di rafforzare la tua stima. Imparare a non dipendere da gli altri e cercare di realizzare i propri sogni non con arroganza e a discapito degli altri ma al contrario con umiltà – aprendosi alle esperienze degli altri con la predisposizione d’ animo che c’è sempre da imparare.
Luisa Trojanis dopo la laurea all’Università di Siena e un’esperienza internazionale nel turismo fra la sua Toscana, Austria, Palma di Maiorca e la Svezia, è da diversi anni manger di Redfox Adventure Holidays (info@redfoxadventure.it), tour operator nella Lapponia svedese.
Il canale YouTube di Redfox Adventure.
Luisa nell’archivio Italiani di Frontiera e in un mio pezzo per Forbes