E´come un tempo sospeso qui a Berlino, per Fernanda, mia moglie, e me. L’isolamento ci toglie l’obbligo di agire, di compiere delle scelte, sempre legate a dubbi, e quindi l’ansia. Si può vivere la solitudine, senza cadere in depressione, senza tristezza. Tutto è rinviato al dopo, a una data incerta. Si deve rimanere ottimisti. Ma, certamente, noi siamo privilegiati. Ci troviamo prigionieri in un appartamento accogliente, per molti altri, con bambini, o con anziani, la vita quotidiana è diventata una sfida. Ottimismo, pessimismo, ognuno reagisce alla sua maniera, non possiamo essere mai sicuri di noi stessi, e ci si dovrebbe astenere dai consigli. Ma penso ai giovani, e credo che per loro sia una situazione imprevista. Erano abituati a dare per scontato il loro modo di vivere. Io, e i miei coetanei, da giovani dovevamo conquistare giorno dopo giorno la libertà di viaggiare, di fare esperienze altrove. conoscere gente diversa. Quando sarà possibile uscire e incontrare amici, o sconosciuti per una sera, per i giovani tutto avrà un altro sapore. Più intenso. E se avverrà, questi non saranno giorni perduti. E spero che chiusi in casa, oltre i contatti online, si sia riscoperta la lettura, come piacere o come salvezza.
Qualcuno avrà letto o riletto Thomas Mann, “Der Zauberberg”, e la traduzione più giusta, non è quella vecchia “La montagna incantata”, ma la montagna magica. I personaggi di Mann vivono appunto in un tempo sospeso, costretti dalla malattia. Ma siamo alla vigilia della guerra, quella che segnò la fine di un vecchio mondo. Dopo, tutto era cambiato. E oggi tutti prevedono che nulla sarà come prima, che saremo migliori. Migliori forse no, temo che sia un’illusione. Basterà cercare di essere diversi. Soprattutto noi italiani. Ci siamo trovati impreparati, più esposti, e abbiamo pagato un prezzo altissimo. Dopo, non perderemo la sfida se non ci perderemo nel passato. Quel che consideravano normale era sbagliato, ad esempio volare a New York per un weekend, andare in vacanza in inverno agli antipodi per riconquisitare l’estate. Si dovrebbe riscoprire il piacere della lentezza. Un tempo lento, e più intenso.
Roberto Giardina giornalista e scrittore, storico corrispondente da Berlino